"Dio mio Ti cerco fin dall'Aurora; di Te ha sete l'anima mia; verso di Te anela la mia carne come una terra deserta, arida, senz'acqua"

Su questo salmo biblico si sviluppa il presepe.

Nella vastità del deserto, rappresentato nei suoi vari aspetti e colori, spicca la grotta della Natività.

Ci sono due caratteristici villaggi, la tenda con le suppellettili (il tripode per l'acqua, il fornelletto acceso che scalda il tè, le scodelle) e gli animali tipici del deserto: il fennec, i gatti delle sabbie, il topolino, i gufi, gli ovini, i camelidi.

Fra le rocce e le dune "rigate" dal vento, i pastori avanzano fino a raggiungere la grotta della Natività.

Gesù Bambino è accanto ad un'oasi, dove l'acqua consente forme di vita inaspettate, fra palme colme di datteri, varia vegetazione, e ranocchie. L'acqua del'oasi s infila sotto la grotta, formando un verde laghetto, dove dalla roccia cade uno stillicidio d'acqua, è l'Acqua di Vita cui possiamo attingere per placare la sete della nostra anima.

Dopo l'alba, il Sole illumina il giorno, il rosso del tramonto lascia spazio alla notte, dove spicca la Luna. Il cielo è punteggiato di stelle, tra le quali c'è la cometa che guida i pastori. Anche i Re Magi, il cui viaggio attraverso il deserto rappresenta l'umanità in cammino, seguendo la stella che indica la giusta strada, giungono alla meta sicura. Gesù Bambino tende loro le mani: Lo adorano e Gli offrono in dono oro (la regalità), incenso (la sacralità) e mirra (la morte).

Il significato del presepe è stato pensato anche per descrivere l'attuale difficile periodo.

Come i Re Magi, l'umanità sta attraversando il deserto, con le sue incognite, confidando però di trovare alla fine una Luce di speranza e quell'Acqua Viva che appagherà l'anima.

Sottofondo: vento e musiche.

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